sabato 16 giugno 2007

trekking musicale sul Fuji

Ragazzi sono eccitatissimo. Tra qualche ora si parte per il Fuji. La scorsa settimana ci sono andato ai piedi, per raccontare il dramma delle centinaia di persone che vanno a suicidarsi nel bosco di Aokigahara. Stavolta la visità è più allegra. Si va in cima, ancora coperta da un metro di neve, assieme al maestro Mario Brunello ed il suo gruppo di "alpinisti musicisti". Arrivati (che ce la farà) in cima assisteremo ad un concerto di violoncello, che Mario si porta sulle spalle per tutta l'ascensione.
Vi racconterò tutto al ritorno. E spero di avere anche molte belle foto.

giovedì 14 giugno 2007

Incontro con Fusako Shigenobu, fondatrice dell'Armata Rossa

Oggi ho incontrato nel carcere di Kosuge, a Tokyo, la "Primula rossa" Fusako Shigenobu, fondatrice dell'Armata Rossa. Fino a qualche giorno fa era in assoluto isolamento, imposto, come spesso avviene in Giappone (e in altri paesi...) in modo arbitrario, dalle autorità carcerarie, e non, come dovrebbe avvenire, dalla magistratura.
Da qualche giorno ha avuto il permesso di ricevere visite e io sono stato il primo giornalista in assoluto che è riuscito ad incontrarla, dopo il suo arresto, tutt'ora avvolto nel mistero, nel 2000 ad Osaka. Aveva trascorso gli ultimi trent'anni o giù di lì in LIBANO, nella valle della Bekaa.
Leggerete la lunga intervista - dove si parla del caso Moro, della Palestina, degli "anni di piombo" in generale e degli accordi più o meno segreti con la Corea del Nord - fra qualche giorno, sul Manifesto (niente telecamere, altrimenti l'avrei fatta per SkyTG24). Oggi mi premeva segnalare solo un paio di punti:
- l'assenza del minimo spiraglio di una soluzione politica agli anni di piombo versione locale. Shigenobu non ha mai commesso delitti di sangue ed è stata completamente scagionata dalla vicenda dell'occupazione dell'ambasciata francese all'Aja da una testimonianza scritta di Carlos, il terrorista in carcere in Francia. Un documento fondamentale che il publico ministero - che in Giappone (come in Inghilterra) non ha il dovere di rivelare anche le prove a discarico - ha aquisito con una rogatoria ma non ha reso pubblico durante il processo, provocando l'assurda sentenza di vent'anni. Shigenobu ha 62 anni, ed è malata di cancro. Ma non bisogna stupirsi troppo: questo è il Paese dove si condanna a morte un ragazzo di 18 anni e un mese (mettendo alla berlina il collegio di avvocati che lo difende, per i quali il quotidiano "progressista" Asahi ha chiesto la revoca del patentino) e dove lo scorso dicembre sono stati impiccati un non vedente e un uomo di 77 anni costretto su una sedia a rotelle
- lo sguardo tutto sommato sereno e "pulito" di Shigenobu. La quale si è "pentita" degli errori compiuti in passato, ha rinnegato da tempo la lotta armata e penso abbia più che pagato il suo debito - peraltro meno grave di tanti altri - nei confronti della società. Ebbene sì, l'avrete capito. A mio umile giudizio dovrebbe essere rimessa in libertà. Non è un'assassina. La sua detenzione è una ingiustizia, soprattutto pensando a quanti dei suoi "colleghi" internazionali, Italia compresa, spesso colpevoli di crimini ben più efferati, siano liberi e magari contino su una bella rendita da parte dello stato per i servigi forniti.

lunedì 11 giugno 2007

Pena di morte/2 - Rapppresentante italiano cercasi



Oggi al Foreign Corrrespondent Club di Yurakucho c'è un dibattito sulla pena di morte in Giappone. Interverrano, tra gli altri, Sakae Menda, ex condannato a morte che dopo 34 anni anni nel braccio della mrote è stato assolto con formula piena, l'onorevole Nobuto Hosaka, segretario della Lega Parlamentare per l'Abolizione della Pena di Morte, l'avvocato Kuzuko Ito, difensore del condannato a morte più anziano del mondo: 84 anni. Nei paesi "civili" (e mai questo aggettivo è stato meglio usato) la pena di morte è stata da tempo abolita, ma perfino in quelli che ancora ce l'hanno (54, tra i quali spiccano Usa, Cina e Giappone) in genere non si giustiziano minori, invalidi e anziani. In Giappone sì: lo scorso dicembre, quando l'attuale ministro ha dato nuovo impulso alla danza macabra delle impiccagioni, sono stati impiccati due invalidi: un non vedente e un altro costretto sulla sedia a rotelle.
Lunga introduzione per arrivare al sodo. Uno si aspetterebbe che l'Italia - in prima fila nella battaglia per la moratoria internazionale sulla pena di morte - partecipasse con impegno e convinzione a questo evento. Niente da fare. In città c'è il ministro Padoa Schioppa, e tutte, ma proprio tutte, le risorse umane sono impegnate. Non perdetevi il passaporto, non pretendete un certificato, non fatevi arrestare. Per un paio di giorni la nostra Ambasciata è mobilitata per accompagnare il nostro ministro dell'economia e finanze. Passi per S.E. Bova e diciamo un altro paio di funzionari, interpreti, autisti etc. Ma possibile che per una battaglia che fa onore all'Italia - e che fa parte del programma ufficiale del goveerno - non ci sia nessuno che, con la sua presenza, testimoni l'impegno internazionale del nostro Paese? Sono indeciso se lasciare la sedia vuota, con tanto di cartellino esplicativo, o se chiedere all'ex cuoco Hafiz (quello "in corso di licenziamento" per colpa dei famosi gamberetti) di occuparla. Dopotutto è ancora formalmente un dipendente dell'Ambasciata. E molto tempo libero.

NOTA: Onore all'Ambasciatore danese Freddie Svane. Già in passato, ai tempi delle vignette "sataniche" contro Maometto, aveva mostrato coraggio accettando di venire a discutere al Press Club la libertà di stampa, versione "europea" (o almeno "danese": dubito che il nostro Ambasciatore sarebbe venuto a difendere il diritto di satira contro il papa...). In occasione del dibattito sulla pena di morte è stato l'unico ad essersi reso disponibile, cancellando perfino precedenti impegni, per rappresentare l'Europa.

Nelle foto: SAKAE MENDA, 82 anni, 34 anni dei quali passati, innocente, nel braccio della morte del carcere di Fukuoka
"In Giappone uccidono prima l'anima, poi il corpo, di un condannato. Sono fortunato ad aver salvato entrambi"

Pena di morte/1




Finalmente qualcuno che "vende" l'Italia del sociale, dell'impegno, della riflessione. Ieri ho finalmente conosciuto Angelo De Rosa, quello che si dice, un "operatore culturale". Una sorta di anti-Girolamo. Se il mitico Panzetta fa "sognare" i giapponesi, Angelo insegna loro a pensare. E ci riesce molto bene, anche se probabilmente il "ritorno", in termini di quattrini, non è altrettanto fruttuoso. Ma non mi sembra che se ne faccia un cruccio. Ieri ha ottimamente organizzato - immagino dedicandoci molto tempo - e gestito un incontro sulla pena di morte in Giappone. Ai suoi studenti più "avanzati" , una cinquantina, ha dato un compitino da svolgere, in italiano: "cosa ne pensate della pena di morte". Ne ha scelto i più significativi (lo erano davvero) e ha chiesto agli autori di leggerli davanti a tutti. Ospite d'onore Sakae Menda, l'ex condannato a morte che dopo 34 anni di detenzione è stato assolto ed è diventato una sorta di "testimonial" contro la pena di morte e la sua profonda immoralità (è stato anni fa anche a S.Egidio a Roma, ricordo che l'accompagnai). Menda ha parlato della sua drammatica esperienza, delle accuse infondate, della confessione estorta sulla quale si è basata la condanna a morte, del terrore in cui ha vissuto ogni giorno della sua vita in carcere: in Giappone l'esecuzione viene comunicata al condannato all'ultimo momento, un'ora prima che venga portata a termine.
Complimenti ad Angelo e un profondo grazie per essere andato a colmare un "vuoto": quello di promuovere l'Italia delle idee, dell'impegno sociale, dei diritti dell'uomo. Ieri sera ho incontrato Umberto Donati, direttore del nostro Istituto di Cultura. Gli ho chiesto di organizzare un evento simile, in autunno, in occasione della presentazione della mozione europea alle Nazioni Unite per la moratoria internazionale alle esecuzioni. Mi ha detto che lo farà, e spero che coinvolga Angelo.

Nelle foto: SKY TG24 intervista Angelo De Rosa/ Il pubblico (olttre 70 persone) ascolta con grande attenzione il racconto di Sakae Menda