venerdì 27 novembre 2009

Iran: "confiscato" il Premio Nobel a Shirin Ebadi



Non era mai successo. In 108 anni di storia del Premio Nobel per la Pace, a nessun regime era mai venuto in mente di farlo. Cina e Birmania comprese, nonostante i rispettivi governi non avessero certo gradito la scelta del Dalai Lama e di Aung San Suu Kyi. Da Oslo, sede del Comitato Internazionale del Premio Nobel, arriva oggi una notizia incredibile, confermata dall'interessata. Le Guardie della Rivoluzione, pare in esecuzione di una regolare sentenza del Tribunale di Teheran, hanno confiscato la medaglia commemorativa (in oro massiccio) consegnata a Shirin Ebadi (premio Nobel per la Pace 2003), sequestrato i suoi conti bancari, picchiato e minacciato il marito, Javad Tavassolian.
"Purtroppo debbo confermare tutto - ha detto Shirin Ebadi da Londra, dove vive dallo scorso giugno, in una sorta di "esilio" autoimposto, nel timore di essere arrestata - non ho parole per esprimere il mio stupore, la mia indignazione, la mia rabbia"
Shirin Ebadi, nota per il suo impegno a favore dei diritti umani, è stata la prima donna musulmana a ricevere il premio Nobel e la prima giudice donna della Repubblica Islamica. Dopo una breve carriera come giudice, aveva abbandonata la magistratura per dedicarsi, come avvocato, alla difesa di migliaia di cittadini perseguitati politicamente. Pochi giorni prima delle elezioni di giugno, aveva lasciato il paese, per partecipare ad un convegno in Spagna. Da allora, e dopo aver duramente criticato il risultato, accusando il regime di brogli, non ha più fatto ritorno in Iran. "Non mi sento un'esiliata, ma penso di essere più utile al mio paese da cittadina libera, all'estero, piuttosto che in patria, ma detenuta in una cella". Sia il governo norvegese che svedese hanno duramente protestato contro il governo iraniano, chiedendo l'immediata restituzione della medaglia ed il dissequestro del conto bancario dove Shirin Ebadi ha depositato la somma (1.3 milioni di dollari) ricevuta dal Comitato, che le autorità iraniani sostengono debba essere tassata. "Sono soldi suoi, legittimamente percepiti e esentasse in tutti i paesi del mondo, Iran compreso" ha detto il ministro degli Esteri Jonas Gahr Stoere.

Shirin Ebadi in una foto dell'anno scorso, quando l'abbiamo invitata alla Stampa Estera di Tokyo, per una conferenza