mercoledì 19 dicembre 2007

O isogashii?



Domenica scorsa ho partecipato ad un convegno sulla detenzione preventiva organizzato dalla Nichibenren, la federazione nazionale degli avvocati giapponesi. Tema importante e attuale. Nonostante il giorno festivo, la sala era stracolma. Mi ha colpito in particolare l'alto numero di rappresentanti diplomatici. Sono loro, tutto sommato, che se un cittadino straniero finisce nei guai, colpevole o innocente che sia, debbono darsi da fare e assicurarsi che vengano rispettati tutti i diritti della difesa (che in Giappone sono previsti, ma spesso non rispettati perchè non invocati).
C'erano i tedeschi, i francesi, i messicani, canadesi, norvegesi, svedesi, persino i cubani.
Nessun italiano. Non è per far polemica gratuita, ma possibile mai che quando ci sono eventi importanti, dove si impara qualcosa che può essere davvero utile per chi alla fine è pagato per essere al servizio dei cittadini, i nostri diplomatici non ci sono mai?
Ad ascoltare gli sproloqui militareschi di Scheffer, il segretario generale della Nato venuto nei giorni scorsi a bacchettare i giapponesi per il loro scarso impegno nella "pacificazione" dell'Afganistan erano presenti in due. L'Addetto Militare ed il ministro Amati. Per carità, la Nato è la Nato. E quando chiama, gli staterelli debbono scattare sull'attenti. Anche se qualcuno ci dovrebbe spiegare che c'azzecca il segretario generale di un'alleanza militare denominata "organizzazione del trattato del nord atlantico" in mezzo al Pacifico.