Il Keidanren - la Confindustria locale - è responsabile per l'aumento delle violenze familiari, dei sucidi e più in generale per la crisi della società. Lo ha dichiarato lunedì Shizuka Kamei, ministro degli affari finanziari e postali. “Gli omicidi perpetrati all’interno del nucleo familiare sono aumentati in Giappone perché le aziende hanno smesso di trattare gli esseri umani così come dovrebbero essere trattati” – ha dichiarato Kamei durante un discorso. Quando si dice, parlar chiaro. Shizuka Kamei non è uno qualsiasi. Capo della polizia di Tokyo durante il '68 (guidava le operazioni ai tempi dell'Asama Sanso) è stato per molti anni uno dei mastini del PLD, fino a quando non si è scontrato a brutto muso con l'ex premier Junichiro Koizumi, che provò a "farlo fuori" opponendogli, nel suo storico collegio di Hiroshima, il "furbetto" Horie-mon. Kamei, che nel frattempo è diventato un garantista (è presidente della lega parlamentare contro la pena di morte ed è sempre in prima linea nel denunciare gli abusi della polizia) fu l'unico a sopravvivere allo "tsunami" di Koizumi, sbaragliando il "furbetto" (che venne poi arrestato per lo scandalo Livedoor) e fondando un nuovo partito, il Shin Kokumin-to (Nuovo partito del popolo).
Ora è ministro della "riforma" postale e finanziaria. E se il buongiorno viene del mattino, ne vedremo delle belle. Me lo immagino, il vecchio ed imperturbabile Fujio Mitarai, padre padrone della Canon e presidente del Keidanren, che si sente dare dell'assassino da Kamei.
martedì 6 ottobre 2009
domenica 4 ottobre 2009
Fatevi un giro a Mie, vale la pena
A Mie, una delle prefetture della penisola di Kii (dove c'è il famoso tempio di Ise culla dello shintoismo) non bisognerebbe andarci solo per vedere il Gran Premio di Suzuka. Vale la pena di passarci un paio di giorni. Da Nagoya c'è il "superview" Nanki, lento ma gradevole, oppure in macchina calcolate 2-3 ore.
L'attrazione più importante è Kumano, che con il suo "antico cammino" (熊野古道, 170 chilometri di sentiero, una specie di Santiago de Compostela che i pellegrini shinto di un tempo compivano in dieci giorni e che ancora oggi si snoda tra stupendi boschi, vallate e montagne, ahimè spesso interrotto dalla folle cementificazione degli anni '50 e '60) è entrato nel Patrimonio Universale dell'Umanità dell'Unesco e una bellissima costa che vi porta fino a Wakayama (ovviamente è bene tenere lo sguardo fisso a sinistra, verso la costa, perchè se girate a destra il panorama è il solito, sventurato e deprimente scenario texano, con banners commerciali, combini e casette di plastica e alluminio.
Una parte del "vecchio cammino" la si può percorrere anche in barca: 5 mila yen per 4 ore di discesa sulle tranquille acque del fiume, succulento e abbondante bento compreso.
E non dimenticatevi di assaggiare le "sanma" affumicate. Sono in vendita dappertutto, e come mandarini (o mandaranci? non ho ancora capito come si traduce in italiano "mikan") e ortaggi vari sono offerte al pubblico sulla fiducia: le prendi e lasci i soldi in una scatoletta. Fantastico.
Le aragoste, "ise-ebi" invece sono un po' più costose e non le ho viste in vendita disattesa....sono ottime, ma se le fanno pagare
A Kumano, udite udite, si parla italiano. Il sindaco, Kanji Kawakami, già al suo terzo mandato, è stato tre anni in Italia presso l'Ambasciata Giapponese e poi c'è una certa Kuniyo (si pronuncia "coniglio", ci tiene a far sapere) che dopo aver vissuto anche lei qualche anno in Italia adesso insegna la nostra lingua e la nostra cultura presso il centro culturale cittadino.
Pur essendo, come dire, di "passaggio", abbiamo avuto la fortuna di assistere ad uno dei "matsuri" (festival) più antichi e "sentiti" del Giappone (che "mitologicamente" è nato proprio in questa zona, come risulta dal Nihon Shoki). Si tratta dell'Hana o-iwai", che si festeggia il 2 ottobre.
La gente del villaggio issa su una roccia un piccolo mikoshi e poi lo cala, tra ondeggiamenti vari, verso il mare, utilizzando una corda di paglia di riso di oltre un chilometro pazientemente confezionata dalle donne (sempre loro) del villaggio. Purtroppo la corda ieri si è impigliata su un camino e c'è voluto un po' di tempo - anche a causa dell'abbondante sakè che in questi casi comincia a scorrere fin dalla mattina - per restituire dignità, e si spera efficacia, a questa antica tradizione di sano e allegro paganesimo.
Colgo l'occasione per consigliare la lettura del Nihon Shoki, esistono ottime traduzioni, anche se non (mi sembra, in italiano) ed è davvero divertente. Altro che Iliade e Odissea. I kami che hanno "fondato" il Giappone si divertivano come pazzi e ai tempi dei tempi doveva essere uno spasso "vivere" da queste parti. ne facevano di tutti i colori. Altro che Department H.
Guardate queste vignette animate, che indicano le tre scene "fondamentali" della "yamatogonia" indigena. Nell'ordine:
Izanami e Izanagi che creano la prima isoletta dell'arcipelago da una goccia di fango cosmico
(versione edulcorata, pare ce ne fosse un'altra che invece si riferiva ad una goccia di sperma, frutto del primo imperiale incesto)
L'impertinente Susano-o affronta il drago Ya-mata Orochi
La conturbante Ame-no-Uzume balla davanti alla caverna dove si è richiusa, offesa, la dea del sole, Amaterasu.
il tutto tratto da questo ottimo sito giapponese:
http://www6.pref.shimane.jp/kodai/en/shinwa/a_susano/sa_1.html
A Kumano inoltre, la gente è molto aperta. Stanco e sudato, ho deciso di farmi un bagno, prima di rientrare a Tokyo. Una signora con un bambino che giocava sulla spiaggia si è preoccupata del fatto che non potevo farmi una doccia e pensate un po', mi ha invitato a farla nel suo giardino. Lei ed il marito, Kei,si sono trasferiti qui da Kyoto, stufi della vita di città. Lui ha trovato lavoro in una cooperativa di pescatori (non delfini!!!!) lei fa la casalinga e si occupa dei due loro stupendi bambini. Non navigano nelll'oro, ma la sfangano. E non rimpiangono la città. Grazie dell'ospitalità!
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