giovedì 3 aprile 2008

Bufale taroccate: non solo diossina...



Finita la Pizza, torniamo alla mozzarella. Ringrazio innanzitutto "Nio" per la segnalazione del divertente servizio di Fuji TV sulla questione della "bufala". Potete godervelo qui:
http://fnn.fujitv.co.jp/news/headlines/articles/CONN00129815.html
Ciò premesso, vale la pena forse uscire dallo sciovinismo gastroculturale e ammettere che qualche problemuccio, nell'impero delle bufale (Campania) forse ce l'abbiamo.
  Cosa c'è nella mozzarella di bufala? 

  "il manifesto" dello scorso 27 marzo affronta con coraggio la questione. A pagina 7 troverete un articolo molto informativo "il lato oscuro dell'oro bianco", in cui si parla delle varie "sofisticazioni" che il prodotto subisce, e che fanno ritenere una spruzzata di diossina il minore dei mali. ALtro che latte di bufala: in certi "stabilimenti" l'oro bianco si produce con cagliate provenienti dalla Bolivia, dalla Lituania e dalla Romania. Per non parlare della calce che talvolta viene usata per "sbiancare" il prodotto. Se la metà di queste notizie sono vere, c'è davvero da convertirsi alla mozzarella di Hokkaido, e vergognarsi di essere italiani. Per chi fosse interessato l'articolo in questione lo trovate qui:
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/27-Marzo-2008/art21.ht

W la Pizza 2/Game over



"Rinuncio perchè appartengo ad un partito che ha sempre avuto il senso dello Stato". E non è restato secco. Quindi o ha ragione e Piazza Fontana è stato uno sfortunato caso di autocombustione, o Dio non esiste.
Il beau geste di Giuseppe Pizza ci regala l'ennesimo martire  e ci risparmia due settimane di agonia prolungata. Niente accanimento "amministrativo" contro il centrosinistra...che si stacchi la spina e buona notte. 
Nel frattempo, impazza il "totoPizza". Il quesito che circola per la penisola, e probabilmente anche off-shore è: quanti ministri/sottosegratari/dirigenti statali verranno attribuiti alla vecchia/nuova DC, nonostante la rinuncia alla campagna elettorale e  senza che il signor Pizza debba  stressarsi a fare uno straccio di comizio? Un paio di settimane, e avremo la risposta. Scaricatevi la lista dei candidati del partito fantasma, prima che sparisca dalla rete, oltre che dai nostri ricordi....e date un'ultima occhiata allo Scudo Giurassico. Trattenendo le lacrime.


mercoledì 2 aprile 2008

W la Pizza (DC): extended play?


Voto a rischio. Chi l'avrebbe detto che lo Scudo Crociato, dopo averci salvato - con qualche costo - dal comunismo ci avrebbe regalato 15 giorni di "extended play" democratico prima di inabissarci nel Veltrusconismo?


Non è ancora chiaro, ma pare proprio che lo Scudosaurus Triassico, una delle forme sopravvissute della DC lombrosamente rappresentato da tale Giuseppe Pizza (nella foto) sia stato riammesso al voto e, essendo oramai passati 15 giorni dall'inizio della campagna elettorale, la questione rischia di far slittare la data della consultazione e dunque nascita del Grande Inciucio. In gioco, infatti, ci sono almeno 27 voti, che secondo gli ultimi sondaggi potrebbero essere decisivi (al Senato).
Il dramma, ma davvero, è che non si sa se gioire, piangere, o respirare a pieni polmoni questa sana zaffata di aria paleozoica. 

lunedì 31 marzo 2008

Il fantasma di Toni Negri risveglia l'Impero



E' bastato il fantasma di Toni Negri, materializzatosi con un paio di efficaci telefonate, per dare la sveglia all'Impero e alle sue avanpostguardie. La prima telefonata è arrivata alla Todai, sabato 30 marzo, alle 13:30. L'unico momento interessante, per forma e contenuti (un particolare "omedetoo" va al fantastico traduttore, professor Miura) di un pesantissimo, autoreferenziale convegno dell'Impero (Todai) che celebrava il 130 anniversario della sua fondazione ma anche (e qualcuno ha fatto in modo che la cosa venisse ricordata) il 40mo anniversario della lunga occupazione del '68, una delle più violente e mediaticamente efficaci della storia della contestazione giovanile.


Alla fine, la messa funebre in chiave Todai è stata giustamente e rumorosamente contestata da un gruppo di "autoconvocati" indigeni (nella foto), ai quali i baroni rossi avevano vietato non solo di esporre alcuni cartelli, ma anche di intervenire in quello che doveva essere, e come tale era stato annunciato, un dibattito. Per il resto, aria fritta. Ma proprio fritta e rifritta, da restarci secchi, oltre che furiosi. Un gruppo di sopravvissuti "ordinari" (nel senso "accademico" del termine: professori di ruolo che incassano un lauto stipendio per continuare a masturbarsi il cervello in pubblico) che si ciarlavano addosso, costringendo i loro ignari e precettati (e inesorabilmente ignoranti) studenti a seguire quella che a molti è apparsa una funzione religiosa, quella che i giapponesi chiamano "gishiki" 儀式、pura e innocua liturgia della parola, più che momento di crescita ed aggregazione di un movimento in fieri, come era ed è nei sogni di qualcuno (e nell'incubo di altri, che infatti hanno impedito la presenza fisica di Negri, che è un'arma come il suo pensiero). Il quale, ma non lo sapremo mai, secondo me avrebbe abbandinato il palco e si sarebbe andato a sedere tra i contestatori, "pochi ma buoni", come si usa(va) dire. Ma magari mi sbaglio.

Tutt'altra aria il giorno dopo alla Geidai, altro simbolo (più "laico") del 68' giapponese (che come molti ricorderanno, è iniziato almeno un paio di anni prima). La sala "gessi" (imperiali), molto suggestiva, era gremita sì di vecchi irriducibili (emblematica la presenza del mitico danzatore butoh Min Tanaka e del regista "brigatista" Adachi Masao, reduce dal Libano, dalla prigione e dal suo ultimo, controverso, film "The prisoner", presentato a Rotterdam), ma anche e soprattutto di nuove, spesso ignote, ma potenzialmente conflittuali, soggettività.



Tutta gente viva, attiva, felice e disperata, spicchio in movimento di quella "moltitudine" che Toni Negri ha brillantemente individuato (e il suo traduttore altrettanto brillantemente reso ricorrendo al composto poco usato in Giappone di "tashu" 多衆, in opposizione a "taishu" 大衆, dando un ceffone semantico ai pigri pasdaran del katakana) e suo malgrado codificato, e al quale milioni di persone fanno, di fatto, oramai riferimento, magari inconsapevolmente.

C'erano, alla Geidai (e alla fine, dopo la pessima idea di far ascoltare a Negri "Che sarà" si sono tutti messi a cantare "Bella Ciao", trascinati da un'esilarante e bravissima banda di "chindoya") tutti gli sfigati e gli incazzati dell'Impero - l'unico nel quale la forma sociale coincide con la forma stato - che approfittando della (non) "presenza" di Toni Negri (se fosse stato fisicamente presente forse avrebbero avuto più soggezione e certamente meno spazio) si sono presentati, annusati, forse piaciuti e (chissà) persino organizzati. L'appuntamento, si sa ma non si dice, è il G8, le sue vigilie, le sue periferie. Il suo essere provocazione che chiama provocazione. Una occasione troppo ghiotta per non battere un colpo, per non allargare le fessure. Che poi a pensarci bene l'Impero non ha cancelli inchiavardati, nè muri da scalare. Solo "tori", porte aperte, per forma e definizione, ma attraverso le quali è sempre stato difficile passare inosservati. Per il sottoscritto, una grande occasione, speriamo non l'ultima, di verificare che sotto il vestito (l'Impero) non c'è il niente, come a volte ho temuto. Una buona notizia, chissà che non sbocci davvero, la "primavera" dell'Impero....

Piazza Fontana e la vergogna dell'oblio

Lo so che non gliene frega più niente a nessuno. Ma un giretto su You Tube vale la pena farlo. Se non altro per non dimenticare.



funerali piazza fontana

http://www.youtube.com/watch?v=eUFs0whNPz0&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=gQ7XBooKF_4&feature=related

social marketing: oxus la borsa che fa strage....

http://www.youtube.com/watch?v=IQckz-YO9I4

annuncio strage di Piazza delle Loggia

http://www.youtube.com/watch?v=K0Nr_PLVysE




Delfo Zorzi ha di nuovo querelato l'Espresso ed il collega Alessandro Gilioli per un suo recente articolo sulla boutique "oxus" che vende borse in Galleria, a Milano.L'unica filiale all'estero della scoietà Gru.p., con sede a Tokyo, è a Bogotà, in Colombia. Paese che non ha una grande tradizione di pelletteria - nè autentica nè taroccata - ma che in compenso ospita quel Martino Siciliano che dopo aver accusato Zorzi durante la fase istruttoria, ha ritrattato tutto.
" Il segreto dei contatti tra Zorzi e l'Italia è custodito tra i dipendenti e nei corridoi della Gru.p. Italia - aveva scritto L'espresso - un'azienda di pelletteria con uffici a Milano e a Roma, formalmente controllata da società anonime con sedi in Svizzera, in Lussemburgo, a Madeira, nell'isola di Mann e nelle Vergini britanniche (vedere riquadro a pag. 64). Gru.p. Italia produce principalmente borse, sia con un marchio proprio (Oxus, appunto) sia come licenziataria di griffe più famose, tra le quali Laura Biagiotti, Luciano Soprani, Gianmarco Venturi e in passato anche Valentino e Antonio Marras.
Oltre al negozio di Milano, Oxus ha boutique anche a Roma (vicino a piazza Fiume) e in Veneto, nelle zone da cui proviene Zorzi: uno a Conegliano e uno a Pordenone. A Mestre c'è invece la Legrenzi boutique, di cui fino a poco tempo fa si occupava il nipote di Delfo, Erik. Anche il deposito dei prodotti è da quelle parti: a Salzano, a poche centinaia di metri dall'ultimo indirizzo italiano di Zorzi e dal magazzino del fratello Rudi, pure lui nel business dei pellami. Curioso che l'unico negozio fuori dall'Italia del gruppo si trovi in Colombia, a Bogotà, capitale non particolarmente nota per il mercato di marchi di moda. In Colombia si era nascosto Martino Siciliano, il pentito che prima aveva accusato Zorzi delle stragi e poi aveva ritrattato dietro compenso.
Riusciremo mai a conoscere la verità?