sabato 21 febbraio 2009

MANGA CHE TI PASSA: L'Impero in crisi si mette a ridere. Di noi



Chi la fa l'aspetti. Abbiamo preso in giro il Sol Levante e i suoi cittadini per secoli, inchiodandoli spietatamente (e spesso ingiustamente) ai loro stereotipi e approfittando della loro inclinazione masochista e della loro pazienza.
Beh, l'Impero si è stufato e ha lanciato un bel contropiede culturale. E di livello più che accettabile: non stiamo parlando di becero razzismo, pedifilia, antisemitismo, revisionismo storico come le discutibili, ma tuttavia stimolanti per una nazione tutt'ora anestesizzata, di Hiroshi Motomiya e Yasunori Kobayashi

http://www.mutantfrog.com/2005/04/11/banned-manga-depicting-najing-massacre/
http://www.asyura2.com/0411/war61/msg/390.html

Questa è la striscia sul massacro di Nanchino, che a suo tempo costrinse Motomiya a nascondersi, per paura di rappresagia da parte dei fanatici nazionalisti


Stiamo parlando di satira, quella "morta" negli anni '60 con il caso Fukazawa, il "menestrello maledetto" che per aver pubblicato una novella (Furyu Mutan) in cui immaginava la testa dell'Imperatore rotolare per le scale del Palazzo a seguito di una rivolta popolare, emettendo il rumore di lattina vuota, ha dovuto nascondersi per vent'anni, morendo in assoluta povertà. Eppure era l'autore della "Ballata di Narayama", uno stupendo romanzo che Shuhei Imamura portò sullo schermo, alla conquista della Palma d'Oro di Cannes.



Ecco la locandina del film, bellissimo (narra dell'abitudine di portare i vecchi in cima ad un amontagna, lasciandoli morire di inedia) e una rarissima incisione di Shichiro Fukazawa, che ho avuto la fortuna di conoscere nel lontano 1983! Questo è uno dei suoi famosi stornelli "giapponesi", dedicato all'inverno: "a me piace l'inverno, piace l'inverno, perchè con il fatto che fa freddo si sta di più sotto al futon...e mica per dormire..."

http://video.google.com/videosearch?client=safari&rls=it-it&q=shichiro%20fukazawa&oe=UTF-8&um=1&ie=UTF-8&sa=N&hl=it&tab=wv#



Ma torniamo al contropiede dell'Impero. Il primo goal l'ha segnato contro l'Italia. E ben ci sta, visto che facciamo sempre i paraculi e pensiamo di essere sempre nati prima degli altri.
Correte in libreria e andate a comprarvi HETARIA, simpatico gioco di parole tra HETA (sciatto, brocco, maldestro) e, appunto, Italia. "Italiuzza", "Italietta", qualcosa del genere. Anzi, Italiette, al plurale. Perchè l'autore, tale Hidekazu Himaruya (introvabile, peccato, mi sarebbe piaciuto intervistarlo) per prenderci in giro parte da lontano (il solito Impero Romano, che i giapponesi ci invidiano salvo poi accusarci di averlo fatto cadere in pezzi non difendendolo adeguatamente prima contro gli attacchi del cristianesimo, poi dei barbari, difesa che come ognun sa il Giappone è stato invece capace di condurre, sigillando l'acipelago) e atterra nel futuro. L'Italia è infatti data non solo per "spacciata", ecosocioculturalmente, ma anche "spaccata": mentre Giappone, Germania, Usa, Russia, Francia e altri 12 paesi (comprese le repubbliche baltiche...) vengono rappresentati da un solo personaggio, con prevalenza per l'aspetto positivo, "chibi Itaria", rappresentata da una bambolina rumorosa e viziata, pronta a offrirsi a tutti pur di essere coccolata e valorizzata, ad un certo punto si sdoppia e si trasforma in Italietta del Nord e Italietta del Sud






Non che cambi molto: entrambe le sorelline amano la pasta, il formaggio, sanno cantare e disegnare. Ma è l'unica cosa che sanno fare con le mani. Oltre a rubare. Ebbene sì, rubare, sgraffignare, borseggiare. C'è poco da incazzarsi. I giapponesi, oltre che geniali, eleganti (e un tempo anche maschioni) ci vedono sciatti, ladruncoli e paraculi.


Per carità: l'Italia è al centro della storia, ma il buon Himaruya ne ha per tutti. E infatti i (soliti) coreani si sono incazzati. Migliaia di firme on line contro l'omonimo cartone (trasmesso da Kids-Tv, potete vederlo, con tanto di sottotioli, su questo sito "pirata"...), al punto che l'hanno dovutro sospendere!

http://www.watchanimeon.com/axis-powers-hetalia-episode-1/

Ai coreani non piace la figura che il loro personaggio fa, a pag.83 del fuimetto, mi sembra, quando si butta per terra e chiede, in modo isterico, un risarcimento. Ma non al Giappone, per i danni di guerra e la ferita dell'occupazione. Per colpa di Italietta, che, come al solito, fa la furba e salta la fila in un negozio....

Per fortuna che le nostre autorità non hanno nessuna intenzione di seguire questa strada. Abbiamo chiesto al nostro Ambasciatore cosa ne pensasse e la sua risposta è stata molto saggia: "La satira è satira e guai a prendersela. Quanto al contenuto, cercheremo di far loro cambiare idea con una nuova grande rassegna promozionale, che è poi quello che loro vogliono da noi". Speriamo che Radames (verrà l'Aida, in autunno) e Napolitano bastino, a guidare il contropiede. In caso, facciamo venire Grillo (così lo riportiamo a fare /dire le cose per cui è nato, e non le stronzate che sta dicendo ultimamente), Fiorello e magari Travaglio. Lo lasciamo una settimana a Nagatacho, con un paio di interpreti, e fa cadere non solo il Parlamento, ma l'intero Impero. Pensate: "Nakagawa era un recidivo, Il 13 marzo del 1984, alle 23:30 l'avevo personalmente visto bere UN BICCHIERE di vino da Elio, a Kojimachi. Festeggiavano l'arresto del principe Naruhito, colto con uno spinello in bocca ad una esibiozione di teatro Noh"....e cosi via, dai, che la satira trascini via l'Impero e tutti i suoi succedanei, dal Vaticano a Guantanamo!


Quindi mi raccomando, nessuna reazione scomposta: compratevi il fumetto , scaricatevi/guardatevi il relativo video e incassate in silenzio gli sberleffi. Aldilà di alcuni luoghi comuni su pasta, chitarra e tendenza al borseggio, il tipo c'ha azzeccato!!


Ah, dimenticavo!!!!
Un grazie particolare a Scilla che come al solito vigila come una lince sull'Impero, pronta a segnalarmene ogni balzo nella...giusta direzione.

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Non c'è più samba nell'Impero: Il dramma dei brasiliani.....a mandorla



Ai tempi della "bolla" erano quasi un milione. Ora ne sono restati 320 mila, la maggior parte disperati. Parliamo dei brasiliani "a mandorla", figli e nipoti degli immigrati giapponesi che - come i nostri nonni - andarono in Sudamerica (soprattutto Brasile) ai primi del '900 per cercare fortuna. Qualcuno la trovò, altri tornarono a cercarla nel Giappone in corsia di sorpasso, il Giappone della "bolla", la loro "patria".



Visti da fuori, "sembrano" giapponesi, ma passaporto, cultura e "coracao" sono brasiliani. E l'inserimeento neella società giapponese è stato sempre molto difficile, se non impossibile. Ma fin quando andava bene e c'era lavoro, la situazione era gestibile. Ora è drammatica. I primi ad essere espulsi dal mercato del lavoro sono proprio loro, i cui contratti erano per la maggior parte a tempo determinato. Migliaia di brasiliani sono ora senza lavoro, molti hanno famiglie da mantenere, affitti o mutui da pagare. Il governo giapponese, già poco generoso con i suoi cittadini in termini di ammortizzatori sociali e sussidi, fa poco o nulla, e la situazione rischia di precipitare sempre di più. Siamo andati a vedere come stanno le cose a Hamamatsu, dove sono concentrati la maggior parte dei brasiliani. Potete vedere il reportage che ho realizzato per Sky sul sito di Sky o digitando questo indirizzo.



Uno dei problemi più drammatici è quello del diritto all'istruzione negato. Centinaia di bambini brasiliani in età dell'obbligo non possono più frequentare le scuole brasiliane (a pagamento) e la loro integrazione in quelle giapponesi è molto difficile. Tra l'altro la Costituzione giapponese garantisce il diritto allo studio solo ai propri cittadini. Non a tutti i residenti.




Volevo segnalare uno degli episodi più toccanti: quello della distribuzione dei pasti caldi la sera, nei pressi della stazione. I media giapponesi parlano di "migliaia di homeless brasiliani accampati". Non è vero. Gli unici senzatetto che dormono all'addiaccio sono, ahimè per loro, i giapponesi, verso i quali nessuno, in Giappone, prova alcun senso di solidarietà. Non solo i brasiliani possono contare su una capillare rete di solidarietà e su una lunga tradizione culturale che porta ad ospitare un amico in difficoltà. I brasiliani sono anche quelli che la sera danno una mano ad un padre salesiano, don Evaristo Higa, preparando il cibo e portandolo ai barboni locali. I diseredati del terzo mondo che danno una mano a quelli del primo. Una bella riflessione.

Appello per la liberazione di Shigenobu, fondatrice dell'Armata Rossa Giapponese e di altri detenuti politici



Mi dispiace non essere in grado di aggiornare come vorrei questo blog, spesso quando finisco di lavorare mi dico adesso aggiorno e invece mi faccio distrarre dall'ennesimo cosa e poi in genere crollo sulla tastiera, esausto.
In questo periodo ho seguito in particolare due temi: quello della crisi economica, cercando di "coprirla" da vari punti di vista
e la vicenda degli ex terroristi dell'Armata Rossa. La fondatrice, Fusako Shigenobu, è stata operata di tumore ma a nulla valgono gli appelli sia indigeni (per la verità poco rumorosi...) sia internazionali. Per chi non lo sapesse. Fusako non ha mai commesso delitti di sangue, nè è stata mai incriminata nè condannata per attidi terrorismo. E nel 2000, quando venne arrestata a Osaka dopo vent'anni e passa di latitanza in medio oriente, dichiarò sciolta l'organizzazione, NIHON SEKIGUN, che lei stessa aveva fondato negli anni '70. Come In Italia e in Germania, ancche in Giaappone non sir iesce a "chiudere" in modo socialmente, giuridicamente e moralmente accettabile la tragica esperienza di quegli anni. Come in Italia, vi sono "terroristi" che hanno "trattato" in qualche modo la loro liberazione, e che vivono tranquillamente all'estero con una rendita vitalizia da parte dello stato (pensiamo a Mario Barbone, l'assassino di Walter Tobagi) e altri che invece pagano un prezzo francamente troppo alto per il loro rifiuito di "collaborare", nonosntante, come la Shigenobu, non abbiano compiuto nè stragi nè omicidi.
Lo scorso 14 febbraio ho portato la mia modesta testimonianza ad una conferenza organizzata a Kyoto dai "superstiti" del '68 giapponese, e che è terminata con un appello al governo giapponese per la liberazione anticipata di tutti i detenuti politici tutto'ra nelle carceri giapponesi. vale la pena ricordare che la liberazione anticipata è prevista dal codice di procedura penale giapponese, e viene regolarmente utilizzata per i delinquenti comuni e per la yakuza, la mafia locale, ma MAI per i detenuti
politici. Chissà se la crisi porterà un po' di saggezza, e giustizia, all'Impero.