sabato 21 febbraio 2009
Non c'è più samba nell'Impero: Il dramma dei brasiliani.....a mandorla
Ai tempi della "bolla" erano quasi un milione. Ora ne sono restati 320 mila, la maggior parte disperati. Parliamo dei brasiliani "a mandorla", figli e nipoti degli immigrati giapponesi che - come i nostri nonni - andarono in Sudamerica (soprattutto Brasile) ai primi del '900 per cercare fortuna. Qualcuno la trovò, altri tornarono a cercarla nel Giappone in corsia di sorpasso, il Giappone della "bolla", la loro "patria".
Visti da fuori, "sembrano" giapponesi, ma passaporto, cultura e "coracao" sono brasiliani. E l'inserimeento neella società giapponese è stato sempre molto difficile, se non impossibile. Ma fin quando andava bene e c'era lavoro, la situazione era gestibile. Ora è drammatica. I primi ad essere espulsi dal mercato del lavoro sono proprio loro, i cui contratti erano per la maggior parte a tempo determinato. Migliaia di brasiliani sono ora senza lavoro, molti hanno famiglie da mantenere, affitti o mutui da pagare. Il governo giapponese, già poco generoso con i suoi cittadini in termini di ammortizzatori sociali e sussidi, fa poco o nulla, e la situazione rischia di precipitare sempre di più. Siamo andati a vedere come stanno le cose a Hamamatsu, dove sono concentrati la maggior parte dei brasiliani. Potete vedere il reportage che ho realizzato per Sky sul sito di Sky o digitando questo indirizzo.
Uno dei problemi più drammatici è quello del diritto all'istruzione negato. Centinaia di bambini brasiliani in età dell'obbligo non possono più frequentare le scuole brasiliane (a pagamento) e la loro integrazione in quelle giapponesi è molto difficile. Tra l'altro la Costituzione giapponese garantisce il diritto allo studio solo ai propri cittadini. Non a tutti i residenti.
Volevo segnalare uno degli episodi più toccanti: quello della distribuzione dei pasti caldi la sera, nei pressi della stazione. I media giapponesi parlano di "migliaia di homeless brasiliani accampati". Non è vero. Gli unici senzatetto che dormono all'addiaccio sono, ahimè per loro, i giapponesi, verso i quali nessuno, in Giappone, prova alcun senso di solidarietà. Non solo i brasiliani possono contare su una capillare rete di solidarietà e su una lunga tradizione culturale che porta ad ospitare un amico in difficoltà. I brasiliani sono anche quelli che la sera danno una mano ad un padre salesiano, don Evaristo Higa, preparando il cibo e portandolo ai barboni locali. I diseredati del terzo mondo che danno una mano a quelli del primo. Una bella riflessione.
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