sabato 19 settembre 2009

HISASHIBURI

Ogni tanto qualcuno me lo ricorda con una mail, altri, quando mi incontrano, mi insultano, altri ancora, immagino parecchi, si saranno rassegnati e avranno trovato qualcosa di meglio (noto con piacere che il Giappone "tira" e che sono sempre di più i "blogger" che suppliscono, con i loro post, all'ancora carente "Informazione" ufficiale). Fatto sta che sì, ancora una volta ho abbandonato la ...postazione e ho lasciato che questo blog andasse in letargo.
Il fatto gli è che comincio ad avere una certa età - anche e sopratutto "mentale" - e non riseco più a stare appresso come vorrei alla cose.
E di cose qui in Giappone ne sono successe, in questi mesi. L'Ulivo a Mandorla che prende il potere, il mio amico Kan che diventa vicepremier e superministro per l'attuazione del programma (ho fatto il possibile per convincerlo a cambiare immediatamente lo sfigatissmo nome ufficiale di "commissione strategica nazionale", di chiara ispirazione Ozawiana e fastidiosissima "nuance" militaresca...ma niente da fare), il mio cameraman che è diventato papà e le piante del mio terrazzo che sono morte (tranne una, il rosmarino).

Non so proprio da dove cominciare e quindi mi fermo qui. Era solo per comunicare a tutti che sono ancora vivo e che dopo essere sopravvissuto alla visita di Napolitano, con Sky (consentitemi un pizzico di 自慢 jiman...) che è riuscita ad organizzare una diretta di un'ora a costo quasi zero, battendo i dinosauri della RAI calati in massa per "coprrire l'evento, sto partendo per Taiji, a Wakayama-ken, a vedere se riesco a produrre un bel servizio sulla mattanza dei delfini, che come ogni anno si svolge in questa stagione. Ecco un paio di foto emblematiche...




Il 25 settembre, alle 18:30 di sera, proietteremo al Press Club di Yurakucho "the cove" (http://www.thecovemovie.com/) il documentario girato con grande destrezza (e rischio) da un gruppo di esperti sub e militanti ambientalisti che per la prima volta mostra, in tutta la sua crudezza, la mattanza dei "maiali del mare", come i giapponesi chiamano i delfini (海豚 iruka). Se avete lo stomaco duro, siete tutti invitati alla proiezione, che è gratis. Contattatemi pure se volete sapere ulteriori dettagli etc.

4 commenti:

mamoru ha detto...

Auguri per la trasferta a Taiji.
Faccia attenzione perche' la recente visita del regista ha alzato la tensione parecchio e visi non giapponesi paiono non graditi.

Ho notato che anche i giapponesi si radicalizzano, mentre un dibattito pacato pare sempre piu' difficile.

Inoltre (in internet) ho notato una folta schiera di non giapponesi (che io chiamo "apologisti") che difende qualunque azione del Giappone senza se e senza ma, invocando la "diversita' culturale" e la "tradizione storica".

Insomma un modo semplice semplice per dire "chissenefrega non c'e' niente da discutere, adesso circolare...". Eppure di problematiche sotto allo zerbino ce ne sarebbero tante.

Buon lavoro.

Anonimo ha detto...

Oddio, di questo popolo non riesco a capire la crudeltà con balene e delfini che sono mammiferi come noi..non che noi siamo molto meglio comunque. Anche noi ammazziamo e mangiamo mammiferi di terra. La signora annamaria

Ciskye ha detto...

Appena ho letto questo post sono rimasto spiazzato ed un po' deluso dal fatto che una persona come lei spostasse l'attenzione dal mondo "umano" a quello "animale", poi mi sono ricordato che in Giappone, magari, avete ancora il trempo per poter stare dietro ad episodi di questa portata.
In Italia purtroppo stiamo ancora battendoci per la libertà di stampa, il pluralismo dell'informazione e la democrazia che sembra retrocedere sotto le mazzate del nostro "centro-berlu-destra".
Probabilmente mi posso annoverare anche io fra quelli che Mamoru definisce "apologisti", visto che non sono giapponese e che spesso prendo le difese (o da esempio) il Giappone. Lo faccio solo per tentare di far capire a persone egoiste, maleducate e mammoni (la maggior parte degli italiani) che l'Italia la possiamo migliorare e la possiamo trasformare in un paese (se possibile) anche migliore del Giappone. Ma non senza imparare un metodo migliore.
Scusandomi per lo sfogo le rinnovo i miei più cordiali complimenti per il suo lavoro.

mamoru ha detto...

Scusi Pio se approfitto di alcune righe sul suo blog per chiarire meglio un mio pensiero, ma non vorrei essere frainteso.

@Ciskye
Il sottoscritto è appassionato di Giappone da anni e, quando può, cerca di promuovere lo scambio culturale com l'Italia. Questo non mi impedisce di vedere e parlare dei limiti (sono umani anche loro) della società nipponica. Occorre prendere e valutare ciò che c'è di buono in ogni società e non una società intera a modello.

Per capire meglio il concetto di "apologista" ti consiglio la lettura di questo testo del prof. Gregory Clarke:

http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/eo20090115gc.html

Si intitola "La discriminazione contro lo straniero è un diritto del popolo giapponese".
Leggilo e dimmi se concordi al 100%, se sì allora ai miei occhi sei apologista. E ti assicuro che ci sono molti non giapponesi che condividono la visione del prof. Clarke.

Tornando on topic...
Parlare di ciò che accade in Giappone senza pregiudizio alcuno e senza timori reverenziali, ma senza cadere nell'insulto gratuito o nella generalizzazione.
Nel caso specifico si parla della pratica di uccidere l'animale X piuttosto che Y e di discuterne cercando di capire pro e contro.
Anche in Danimarca hanno una pratica simile a Taiji, anche lì sono stati fatti video di protesta.
Quello che dico io è: parliamone e discutiamone. E se il Sig. Pio ce ne da occasione tanto meglio.

Chiudo qui ringraziando dello spazio rubato al post.