lunedì 5 luglio 2010
THE COVE: per chi suona la campana?
In questo caso, per nessuno. E invece dovrebbe suonare un po' per tutti.
Ma voi, uomini d'oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con tale sovrabbondanza? (Plutarco)
Il casino scoppiato sabato 3 luglio a Tokyo (e un po' anche a Yokohama) dove due piccoli cinema d'essai sono finalmente riusciti a proiettare, nonostante gli schiamazzi della "destra a ore" precettata via web, THE COVE, il docufilm USA che ha vinto l'oscar e che racconta la mattanza dei delfini che ogni anno una piccola corporazione di pescatori arroganti e paraculi compie - in gran segreto (se ne sa oramai più all'estero che in Giappone!) e ottimi guadagni - in quel di Taiji (prefettura di Wakayama) offre numerosi spunti di riflessione. Tutti, ahimè, abbastanza tristi.
THE COVE
(potete vedere qui il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=OYKNCN1ESZM
questo è invece quello giapponese, molto "edulcorato"
http://www.youtube.com/watch?v=zwjq_vvTk1w&feature=related
fino al 18 luglio, a Tokyo, potete vedere il film presso il cinema IMAGE FORUM, a Shibuya, tel.03-5766-0114
tre spettacoli: ore 13, 15 e 17
IL FILM
Andiamo con ordine. Primo, il docufilm, costato 5 milioni di dollari sborsati dal "grande fratello", il boss di You Tube, non è un capolavoro cinematografico e non meritava certo l'Oscar. Altri giornalisti e cineoperatori (compreso il sottoscritto...) hanno documentato in passato, e forse con maggiore obiettività, la strage dei delfini (che per i giapponesi, detto per inciso, non sono amorevoli creature giocose e intelligenti quanto fastidiosi e voraci "maiali di mare", come indicano chiaramente i due caratteri 海豚 di IKURA, termine locale per "delfino") perpretrata a Taiji. Nulla di tanto più osceno dei riti tribali compiuti alle isole Faroe della democraticissima e ambientalista Danimarca (http://www.thepetitionsite.com/1/end-whale-dolphin-slaughter-in-the-faroe-islands) o nelle gettonatissime (un tempo) "mattanze" nostrane. Guardate questo video, e ditemi in cosa differisce con la strage di Taiji!. HA proprio ragione Masayuki Komatsu, ex capo negoziatore de governo giapponese per la caccia alle balene:
"sostenere che ammazzare i tonni è giusto perche sono stupidi, e i delfini no perchè sono intelligenti è inaccettabile: siamo al nazismo ittico"
http://laverabestia.org/play.php?vid=2175
Il successo del film THE COVE nasce da una colossale operazione di marketing (questo sì, un capolavoro), che ha visto opporsi, nel corso di vari anni, da un lato i professionisti di Hollywood, Sea Shepard e l'allenatore "pentito" di Flipper, Rick O'Barry, divenuto una sorta di "ecoterrorista", dall'altro un gruppo di "buzzurri" locali (ci si passi il termine) che invece di spiegare, trattare (come altre comunità hanno fatto, e con successo, per esempio nella vicina penisola di Izu) la riconversione della mattanza in "dolphin watching" e magari assumere un addetto stampa hanno fatto testardamente quadrato per difendere il loro lucroso business (perchè SOLO di questo si tratta, un delfino vivo vale 300 mila euro, mentre la carne finisce in cibo per gatti, altro che "tradizioni gastroulturali"!) e alla fine, vista la mala parata internazionale e locale hanno finito per diventare ostaggio della destra a gettone.
Ovvio che la battaglia fosse impari. Gli americani hanno giocato un po', poi si sono stufati e hanno usato la "bomba", per fortuna solo virtuale. Guardate il film, gli "ordigni" utilizzati per le riprese e le sofisticate tecniche di montaggio e capirete perchè, alla fine, i "poveri" pescatori di Taiji, più ignoranti e testardi che farabutti, alla fine fanno la fine dei massacratori del secolo. L'imbecillità della destra "a gettone", e di chi la gestisce, sta proprio qui: se il film venisse proiettato in tutte le sale del Giappone, probabilmente si avrebbero reazioni diverse, e positive. Da un lato, i giapponesi verrebbero a conoscenza di una "tradizione" (si fa per dire) che ignorano e contro la quale probabilmente si ribellerebbero (e con maggiori chances di sopprimerla, a nessuno piace ricevere "ordini" da qualsivoglia "gendarme" del mondo), dall'altro il film verrebbe (giustamente) criticato per la sua faziosità e per il commento (che i sottotitoli giapponesi in qualche modo attenua) decisamente ostile e, diciamolo pure, un po' razzista. Ma provate a vederlo, e giudicate voi stessi.
"PATRIOTI", A ORE: la destra in affitto
I protagonisti degli schiamazzi, difficile trovare un altro termine, meritano un discorso a parte. Si chiamano "uyoku", termine traducibile con "destrorsi". A Tokyo sono migliaia, sotto centinaia di sigle, e sono in vendita. Anzi, in affitto. Una sorta di destra interinale (e non escludo che ci potrebbe essere una versione di sinistra, se solo ci fosse un "mercato").
Gli "uyoku" prestano servizio a ore, e un tempo erano molto ricercati. Un famoso politico, li usava per "sfiancare" la concorrenza. Ne mandava un centinaio a far casino sotto casa del "nemico" e, questione di giorni o spesso ore, il poveraccio si dimetteva o dava di matto ed era costretto comunque a dimettersi. Ora che la politica è in crisi, e d il business pure (altro servizio "storico" prestato era quello di presentarsi alle assemblee dei soci e intimorire chiumque alzasse la mano per chiedere chiarimenti o verifiche) gli "uyoku" si sono messi sul mercato. Una conoscenza del mondo politico o della yakuza può essere utile per uno sconto o per evitare grane successive (ricatti etc) ma in linea di massima sigle, specializzazioni, nomi dei leader, indirizzi e perfino tariffe sono pubblici. Un mio amico canadese li ha usati, una volta, per far desistere il padre di una sua ex, che voleva perforza diventare suo suocero. E' bastato un camion di "patrioti" e un paio d'ore di inni e marcette a massimo volume (incredibile come la polizia permetta questo scempio ambientale) per far desistere il potenziale suocero. Le tariffe sono negoziabili, e a volte pare ci sia anche un "bonus", nel caso che lo schiamazzo (ma attenzione, a volte l'intimidazione assume carattere più serio) porti al risultato voluto.
oltre al servizio realizzato per SKY TG24, che potete vedere su questo link
http://www.frontierproductions.jp/sky/web_thecove_jpnpremiere.mov
fatevi un giro su you tube indigeno, partendo da qui:
http://www.youtube.com/watch?v=VHMdSt5HGJI&feature=related
e non perdendovi
http://www.youtube.com/watch?v=g608gxOf764&feature=related
dove un "patriota" si autoriprende mentre, previo inchino alla telecamera, effettua una serie di telefonate minatorie ai gestori dei cinema di Osaka, per "coinvincerli", tra sberleffi, insulti e minacce, a non proiettare il film "che offende i nostri pescatori"
SCHIAMAZZI A COMANDO
Chissà se ieri i patrioti a ore hanno ricevuto il bonus. Dubito. Darsi da fare si sono dati da fare, ma erano quattro gatti e scarsi mezzi, solo un toyotone con megafono e qualche vuvuzela artigianale. Insulti a gogo contro i gornalisti stranieri ("fascisti", "imperialisti" ci urlavano, in evidente confusione mentale) e un unico cazzotto ben mirato al povero Kunio Suzuki, un deputato che a furia di piroette non ci capisce più nulla e si ritrova sempre dalla parte sbagliata. Ex patriota noto per urlare nudo, in oieno d'inverno, ai russi il suo odio per il mancato rirtorno delle Curili Meridionali, è passato al movimento no global e ieri era davanti al cinema per difendere il diritto d'espressione. "Dobbiamo crescere, e giudicare". Uno scalmanato sdentato gli ha mollato un pugno, per la gioia delle telecamere che cominciavano a dileguarsi.
Il tutto è durato, come da contratto e da evidente accordo con la polizia, appena un’oretta. Una signora in guanti bianchi ha raccolto cartelli, striscioni e megafoni, distribuendo in cambio il “bento”, il pranzetto al sacco. In genere questi patrioti interinali ricevono in loco anche il cosiddetto “kotsudai” (rimborso spese di trasporto, eufemismo per “paghetta”), ma con tutta quella stampa straniera in giro evidentemente hanno preferito evitare.... Riceveranno un bonifico, magari sul cellulare. Saranno anche un po' beceri, ma pur sempre "on line", i patrioti in affitto.
BRUTTO GIORNO PER IL GIAPPONE (e i giapponesi)
Alla fine, a rimetterci sono i giapponesi. Che all’estero continuano ad essere (ingiustamente) accusati di essere dei barbari massacratori (e divoratori) di delfini, mentre in patria continuano ad essere trattati come adolescenti,e tenuti all'oscuro non solo della "mattanza" di Taiji, ma di tante altre questioni "sociali" (fuori casta, discriminazioni contro coreani e cittadini stranieri in generale, condizione di detenzione nei carceri, manicomi e orfanotrofi, etc etc). E dispiace che, in piena campagna elettorale, nè il governo nè il premier Naoto Kan abbiano ritenuto di dover intervenire sulla faccenda. Ne hanno parlato tutti i giornali, ma nessuna reazione da parte del governo. Forse Kan avrebbe dovuto intervenire e dire chiaramente che il Giappone è un paese democratico, che la libertà di espressione ed informazione è garantita dalla Costituzione e che i giapponesi sono abbastanza maturi per "sopportare" qualsiasi "provocazione". Anche quella di sentirsi accusati di barbarie. Del resto uccidere i delfini non è un "reato", non sono specie particolarmente protette e non si tratta di una tradizione gastroculturale (visto che oltre il 90% dei giapponesi l'ignora e non ha mai mangiato carne di delfino), ma puro business. Di cui, diciamocelo, siamo un po’ tutti responsabili, visto che quando portiamo i nostri figli nei delfinari, ad ammirarne le evoluzioni, alimentiamo, direttamente, il commercio di questi poveri mammiferi e, alla fine dei conti, il conto in banca dei pescatori di Taiji.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
Grande Pio, come sempre post interessantissimi, ma fra le varie cose che dici c'e' una frase di sfuggita che mi ha colpito:
{condizione di detenzione nei carceri, manicomi e orfanotrofi, etc etc }.
Sapevo i loro carceri non fossero un gran che come luogo di villeggiatura, i manicomi come dappertutto lasciano spesso a desiderare ma gli orfanotrofi??
Davvero un paese ricco come il Giappone non si cura dei suoi orfani?
Ti sarebbe possibile approfondire l'argomento?
Un affettuoso saluto
Ivan Mrankov
la grande differenza tra uccidere un tonno e uccidere un delfino (migliaia di delfini...tra i quali molti cuccioli) sta nel fatto che il tonno è un pesce che fino ad oggi non ha dimostrato nè consapevolezza di sé nè creatività, né empatia nei confronti delle altre specie né volontà di comunicare e "fare amicizia" con gli uomini (sarebbe comprensibile che non volesse farlo perché gli uomini se lo mangiano e cercano di farlo estinguere da secoli... ma la tesi alla base della discriminazione tonno-delfino sotiene - e mi trova abbastanza d'accordo - che semplicemente non possa farlo).
Il delfino è un mammifero che crea cose nuove dal nulla, cose che se fatte da un uomo potrebbero essere considerate arte (da vedere le forme con le bolle con cui gioca uno dei delfini del film); i delfini hanno un sistema di comunicazione visivo e sonoro tra i più sofisticati in natura, un sistema sociale straordinariamente evoluto e soprattutto è una specie che ama l'uomo, lo trova divertente, lo segue e non si è mai dimostrata aggressiva nei suoi confronti.
è come se su questo pianeta ci fossero due specie intelligenti, una in grado di sterminare l'altra; la più debole fa di tutto per aiutare o almeno non ostacolare, assecondare, i più forti, conscia che in caso contrario sarebbe un grosso problema averli come nemici; e i più forti lo capiscono e si indignano se qualcuno di loro sfrutta il gap di potenza per produrre mattanze.
è come un olocausto l'uccidere i delfini, e il creare propaganda dicendo che sono esseri inquinanti (perché mangiano troppo pesce! l'uomo dice al delfino che..?! - forse i tonni dovrebbero avercela coi delfini e non con noi!).
tutti ci indignamo quando viene messa in atto una pulizia etnica (quando ne veniamo a conoscenza; perché le pulizie etniche sono spesso tenute piuttosto ofuscate, non si sa se ci sono, se chi le fa ha una buona ragione o meno eccetera)
rispondere alle accuse sulle mattanze di delfini con "e il tonno?" non ha senso!
e i tonnari risponderebbero "e le aringhe?" e gli aringari "e i paguri?" e i pagurari "e le alghe?"
e così via
la grande differenza sta nel fatto - ripeto - che fino a prova contraria queste specie sono più simili a delle macchine biologiche che ad esseri pensanti, mentre il delfino, senza ombra di dubbio, ha un mondo interiore ricco - non si sa esattamente fino a che punto ma personalmente credo, almeno quanto il nostro)
(lo dimostra il fatto che io sono un delfino... no scherzo...)
mi sembra alquanto anacronistico commentare la qualità del film...cmq pio sei poco informato, visto che sea shepherd agisce su tutti i fronti dalla isole faroe al mediterraneo con la pesca abusiva di tonni fino ad arrivare a taiji...infatti se si va a vedere il sito c'è una campagna per ogni singolo di questi problemi.
splendido, avevo già sentito di questo film e lo vedrò a brevissimo.
un tema che mi è caro e familiare, poiché sono vegetariana per motivi etici.
comunque al di la della mattanza dei delfini, trovo ignobile qualsiasi mattanza. leggere "Se niente importa" di Jonathan Foer
dunque, ho visto il film.
veramente non m'è parso così "sborone" né il film, né il commento.
ogni cosa contro ogni mattanza di animali è giustissima e da promuovere - infatti è meritevole il tuo lavoro precedente, ma anche questo film non è da meno.
poco importa se c'è una velata o meno occupsa di razzismo (che poi è tutto da vedere), l'importante è risvegliare coscienze.
Posta un commento