domenica 6 maggio 2007

Patente express e confessioni di un cagnolino...

Quando ce vo' ce vo'. Ho smarrito la patente giapponese, e già avevo messo in preventivo un lungo viaggio tra le maglie della burocrazia locale, che quando ci si mette può essere più letale della nostra. E invece no. In meno di un'ora ho avuto la copia. E senza tirar giù tutti i penati del Fuji. Previa telefonata a Samezu, l'equivalente della nostra motorizzazione (solo che è gestita dalla polizia, come la maggior parte dei pachinko...lo sapevate?), mi sono presentato allo sportello no.3 (quello per le copie) munito di due foto 3x4, come mi era stato detto al telefono (se non le hai, te le fanno on the spot, per 1.300 yen). Allo sportello - dove non c'è un impiegato civile ma un poliziotto, il mio sembrava zompato fuori da un film di Gen Takahashi* - accennano ad una ramanzina (un po' rozza con i giapponesi, con me non ci hanno neanche provato), poi ti fanno compilare un foglietto dove devi indicare le tue generalità e le circostanze del furto/smarrimento. Sulla fiducia, niente denunce alla polizia (ce l'hai davanti!), niente autentiche di firme (in Giappone non si usa, come sapete) e menate varie. Se non sai scrivere in giapponese ti aiutano, anzi ho addirittura notato un gaijin che scriveva in inglese, e gliel'hanno accettato. Consegni foglietto, foto e gaijin torokusho (o passaporto) ed in cambio di danno uno scontrino. Sul quale c'è scritto l'orario in cui riceverai, al piano superiore, la nuova patente. Inutile dire che spaccano il minuto. In tutto sono stato a Samezu meno di un'ora, e mi hanno perfino fatto ricaricare il telefonino. Quando ce vo' ce vo'. Viva l'Impero.



*Gen Takahashi è un grande. E' ancora abbastanza sconosciuto (soprattutto in Giappone....come è avvenuto a suo tempo per Tsukamoto, Miike e perfino Kurosawa e Oshima) ma fa ottimi film "impegnati". Alla Bellocchio de "I pugni in tasca", per intenderci. L'ultimo l'ha presentato al Far east film festival di Udine, l'anno scorso, ed è piaciuto molto a Marco Muller, il "guru" italico del cinema asiatico, padre padrone (ancora per quest'anno, poi pare si ritiri in quel di Macao) della rassegna cinematografica di Venezia. A settembre uscirà, finalmente. Ve lo consiglio vivamente. Si chiama "Pochi no kokuhaku", "Confessioni di un cagnolino", dove cagnolino sta per poliziotto. Uno spaccato illuminante della società giapponese e dell'intreccio yakuza/polizia/massmedia, che con la scusa di "proteggere" il cittadino, lo fanno fesso dalla culla all'urna. Chi fosse davvero interessato può contattarmi, ne ho ancora qualche copia sottotitolata (in inglese). Perchè lo spingo? Perchè un paio di scene le ha girate al Press Club di Yurakucho, definendo la nostra associazione l'unico tempio della libertà di stampa in Giappone!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Paese che vai usanza che trovi, o tutto il mondo e' paese????

Neve* ha detto...

Ciao, è troppo tardi per una copia???

kraun ha detto...

mi associo anch'io alla domanda di ape*strana, é troppo tardi per averne una copia? grazie, un saluto.