martedì 4 dicembre 2007

In caso di arresto - soluzione al quiz (e un paio di commenti ai commenti...)

Allora, per chi fosse ancora in attesa di sapere come sono andate le cose. I poliziotti ci hanno - gentilmente - pregato di uscire, rifiutando ovviamente di partecipare al festino improvvisato. Ma un paio di loro sono usciti dopo qualche minuto e, con la scusa di vedere cosa stavamo facendo, ci hanno riaggiunto sul ponte sul fiume Sumida e hanno finalmente accettato di unirsi a noi. Ma la bottiglia era finita. Yappari.

Nel frattempo - ultime notizie - SX è stato contattato telefonicamente dalla polizia, che gli ha chiesto di ripresentarsi al commissariato per sostenere un altra seduta "volontaria" di interrogatorio. Sx ha risposto di mandargli un ordine di comparizione scritto. Non si sono più fatti vivi. Ricordatevelo: l'habeas corpus esiste anche qui. Mai accettare la "cooperazione volontaria". Pretenderes sempre un mandato scritto.

Mi fa piacere che la serie abbia suscitato molti commenti. E ringrazio Giullo e Eeinjanaika per aver, direi giustamente, "interpretato" il mio pensiero....il problema è che se qualcuno è fazioso (come ammetto di esserlo anch'io a volte) è difficile fargli cambiare idea. Nel suo commento Tokyogajin dimostra - come dire - di esser lui "cercar rogna". Buona parte delle sue critiche, infatti, non hanno alcun senso e dimostrano, nella migliore ipotesi una lettura superficiale dei miei post. Nella peggiore, un'avanzata e perniciosa forma di tatamizzazione (subdola malattia che colpisce molti gaijin, e non solo quelli "alti e robusti", convinti, una volta arrivati qui, di aver trovato il paradiso in terra. Il che è vero per molti versi, e sbagliato per altrettanti. Basti pensare, senza volare troppo alto e restare con le chiappe a terra, alla sublime accoppiata tatami/futon e alla delinquente, invalidante abitudine di lavorare accovacciati sotto al kotatsu. Nel primo caso la salute ne trae giovamento, nel secondo vi rattrappite e crescete storti). Sintomo inequivocabile di questa tatamizzazione è l'espressione "non ho mai preso a calci taxi e picchiato sconosciuti". Pensavo di essere stato abbastanza chiaro nel mio post: SX nega di aver picchiato il tassista... trovo preoccupante che "tokyogaijin", come la polizia di Tsukiji, dia invece per scontato che sia colpevole.Non vi pare?
Ma ancora una volta, ha ragione "Giullo". La questione non è se SX sia o meno colpevole. E' il suo trattamento. E il fatto che in Italia vi siano posti indecenti come i "centri di accoglienza", e non solo in Sicilia, non diminuisce certo l'indecenza di certe situazioni in Giappone. Con la differenza, non piccola, che in Italia un giornale come L'Espresso - al quale come sapete mi onoro di collaborare - vi ha dedicato un lungo reportage, mentre in Giappone non c'è uno straccio di giornale che abbia il coraggio di denunciare lo strapotere della polizia e l'assoluto spregio dei diritti umani non solo dei rei confessi e dei criminali incalliti, ma anche di semplici sospettati in attesa di giudizio. Non bisogna certo essere "yamatologhi" per accorgersene. E auguro a "tokyogaijin", ma davvero, di non doversene mai accorgere lui.

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

Però per quanto riguarda il quiz c'ho preso!

nicolacassa ha detto...

Ho sentito anche io, in Giappone, un senso di disagio nei rapporti tra stranieri e Giapponesi, forse una certa diffidenza, che in alcuni casi può diventare razzismo. Per quanto riguarda la polizia invece, sono gli stessi giapponesi ad averne paura. Un'amica mi ha detto che bisogna stare attenti, al supermercato ad esempio, perchè se qualcuno ti accusa di aver rubato, anche se non l'hai fatto, sei fritto, lo stesso in metro, se una ragazza si sente molestata, sono ore da passare al commissariato se si è fortunati (è' uscito un film da poco, それでもボクはやってない che parla di una disavventura simile. Paradossalmente il cinema i la televisione sono le forme di espressione che stanno lentamente portando a galla questi fatti. Grazie Pio per il contributo! Ci vediamo al prossimo GiroTonno!!

Anonimo ha detto...

Ok Pio, ma vogliamo tradurlo sti articoli o no? rispondi qui plz, oppure sul mio blog (esiliogiapponese)

Anonimo ha detto...

Ho letto tutta la storia e sono rimasta a dir poco basita! Non avevo idea della situazione che c'è in Giappone: non lo immagino certo il paese dei balocchi, ma nemmeno lo credevo un pese così indietro a livello di diritti umani.

Alice ha detto...

Grande Pio!
Questo racconto è stato veramente interessante (così come lo sono tutte le cose che racconti sul blog), e mi ha ricordato la storia di un uomo australiano a cui è capitata una cosa simile quest'estate. Ho letto la storia su Metropolis, e mi ha lasciata piuttosto interdetta.
Poi leggo questo reportage sul tuo blog, e trovo l'ennesima conferma di questo sistema giudiziario di carta.
In Italia non sarà rose e fiori, ma almeno le mutande pulite e un po' di riscaldamento penso siano garantiti.

Aspetto il prossimo post!

Anonimo ha detto...

Ho letto ora tutta la storia...mette i brividi sul serio!!!

Un bacio,
Vani.

Claudia Casu ha detto...

Leggendo la tua "storia a puntate", dallo sbigottimento iniziale sono passata per l'indignazione e sono giunta alla seguente conclusione: spero davvero di non trovarmi mai nella situazione di dover vedere violati i miei diritti umani, sia che si tratti di passare tre giorni in un carcere puzzolente sotto interrogatorio non verbalizzato (e di conseguenza perfettamente inutile), che di essere sbattuta sui quotidiani nazionali con un'accusa di omicidio non ancora provata (vedi il caso di Patrick Lubumba, del quale tutti si sono già tranquillamente dimenticati).

Anonimo ha detto...

imparato molto